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■ I Sanniti della Regio IV nella vita politica e militare
di Roma antica.(*)
di Nicola Mancini
Nella prima metà del I sec. a. C. la concessione
della cittadinanza romana, fatta da Roma ai Sanniti, poneva, nella regione, da
una parte il coloni romani, inviati dai vincitori, e dall’ altra gli indigeni,
nuovi cives, ancora legati, per
parentela e per ricordi, agli ultimi veterani, superstiti della guerra e delle
violenze di Silla.
Proprio allora, senza che fossero dimenticate le
origini diverse, lo spirito di adattamento di tutti si afferma con forza,
creando le condizioni necessarie per una completa fusione tra vincitori e
vinti. E poiché i coloni, in proporzione del loro numero, avevano portato con
loro poche donne, la maggior parte di essi dovette poi sposarsi sul posto così,
con le nuove generazioni, la fusione divenne più omogenea e profonda.
Perciò, nella seconda metà I sec. a. C., cominciano
a comparire, nella vita politica e militare di Roma, uomini del Sannio, discendenti
dei primi coloni o veraci figli di questa regione.
Oggi, di questi personaggi, disponiamo soltanto di
pochi nomi che ci vengono tutti da fonti epigrafiche, mentre altre, numerose
tracce sono state certamente cancellate da congiunture sfavorevoli e fortuite,
che hanno sottratto ai posteri il ricordo di altri protagonisti, a volte di
rango modesto, oriundi delle nostre contrade.
* * * * * * *
M. Nonius
Gallus. (Aesernia, C. I .L. IX, 2642)
Di questo illustre cittadino di Aesernia, vissuto nella seconda metà del I sec. a. C., abbiamo
notizia direttamente dalla Storia romana
di Dione Cassio(1) il quale ci informa
che Nonio Gallo aveva domato, nel 29 a. C., la rivolta dei Treveri, popolazione
Germanica stanziata in Gallia, presso il Reno.
La carriera di questo personaggio compare più
chiaramente nell’ iscrizione sottostante la statua che egli stesso fece elevare
al padre.(2) Qui il nostro si qualifica imperator, titolo che gli veniva appunto
dalla vittoria sui Treveri, e septumvir
epulonum, cioè membro di un collegio sacerdotale i cui componenti erano
esclusivamente di rango senatorio. Manca, invece, ogni riferimento al consolato
che Gallo dovette gestire prima del 36 a. C.
* *
Anonimo. (Allifae, C. I. L. IX, 2342).
La carriera senatoria di questo personaggio ci è
giunta incompleta in un testo epigrafico fratturato e mal trascritto dal suo
primo editore; ma, in quel che resta, è detto chiaramente che fu pretore e poi,
per due volte, legatus imperatoris
Caesaris Augusti con compiti che nell’ iscrizione non vengono indicati.
Dopo questi incarichi fu dall’ imperatore Tiberio
raccomandato al senato affinché lo designasse console per l’ anno seguente(3) . Questo personaggio non è ricordato
in nessuna altra epigrafe, nè è riconoscibile nelle liste consolari dell’ epoca
di Tiberio.
**
....us, M. f., Ter(eretina), Celer. (Allifae, C.I.L., IX, 2335)
L’ iscrizione onoraria di questo illustre cittadino
alifano ci è giunta spezzata perpendicolarmente sul lato sinistro e perciò ci
sono ignoti il nome della gens cui
appartenne il personaggio ed altre importanti indicazioni sulla sua carriera.
Tuttavia, da quanto resta, risulta evidente che il cursus honorum di Celer
ebbe il suo pieno svolgimento nei primi decenni del I sec. d. C. Iniziò,
secondo la regola, con la carica di decemvir
stlitibus iudicandis, addetto cioè ai processi di cittadinanza, cui seguì
quella di questore collaborante con un console di cui, nella lapide, sono
rimaste appena due elle ed una i (quaestor...lli cos).
Il resto dell’ epigrafe ci informa che, dopo la
questura, Celere fu scelto dall’ imperatore (Augusto o Tiberio) quale legatus di Aulo Plautio(4) in una spedizione inviata in Puglia
per reprimere una rivolta di schiavi; quindi fu edile e poi pretore, carica,
quest’ultima, che gli consentì, dopo qualche anno, di amministrare, in veste di
proconsole, la provincia di Creta e Cirene.
Precedentemente, nell’ intervallo tra la pretura e
questo proconsolato, fu prima con lo zio materno (avunculus) e poi con un tal Camillo, che, entrambi, lo ebbero in
qualità di legatus in province delle
quali non ci è giunta nessuna indicazione per la frattura dell’ epigrafe, che,
tra l’ altro, ha perso anche il nome dei suddetti magistrati. Infine lo
troviamo nella Hispania Ulterior,
legato di un tal Marcianus, suo
cugino.
* *
M. Hirrius Fronto Neratius Pansa.(Saepinum,
Annèe Epigraphique, 1968, 145)(5)
La sua carriera si svolse nella seconda metà del I
sec. d. C. Tra il 69 ed il 71 dovrebbe essere stato tribuno militare e poi, al
termine di questo incarico, tra il 73 ed il 74, Vespasiano, per ricompensarlo
dei suoi servizi, gli concesse di entrare nel patriziato e gli affidò il
comando della legio III Augusta,
acquartierata in Africa. Quindi fu nella regio
X in qualità di censitor, carica
di cui non sono ben chiari i compiti.
Da qui fu trasferito al governo della provincia di
Lidia e Pamfilia e, al ritorno, verso il 76, fu nominato console sostituto( consul suffectus). Uscito di carica
restò a Roma per curare la manutenzione dei templi (curator aedium sacrarum), poi, sul finire del regno di Vespasiano,
tornò in Oriente ad amministrare la Cappadocia e quindi, sotto Domiziano, la
Siria, provincia di grande importanza per la sua pericolosa vicinanza col regno
dei Parti.
Per i suoi meriti di guerra ebbe per due volte
onorificenze militari (dona militaria)
che l’ imperatore Vespasiano gli concesse prima quando era tribuno militare e
poi, quando era al governo della Cappadocia.
* *
L. Neratius
Priscus (Saepinum, C.I.L., IX, 2454).(6)
Intorno all’ anno 84 d. C. fu tesoriere dell’ Erario
di Saturno (praefectus aerarii Saturni),
e poi consul suffectus dal settembre al
dicembre dell’ 87. Nell’ ultimo decennio del primo secolo lo troviamo
governatore di Pannonia (legatus pro
pretore).
* *
L. Neratius
Marcellus.
(Saepinum, C. I. L. IX, 2456) (7)
Fratello di L.
Neratius Priscus, il giureconsulto, fu adottato da M. Hirrius Fronto Neratius Pansa. Anche Marcello fu elevato al
rango di patrizio dall’ imperatore Vespasiano e, come tale, divenne dapprima
triumviro monetario e poi, verso l’ anno 78, tribuno militare della legio XII Fulminata accampata in Siria.
Dopo questi gradi preparatori, percorse tutta la
carriera senatoriale fino al consolato (consul
suffectus), tenuto dal 13 gennaio al 1° maggio del 95. Negli intervalli tra
una carica e l’ altra ebbe varie incombenze di prestigio: fu curatore degli
acquedotti di Roma (curator aquarum urbis)
e capo degli scribi del senato (curator
acta senatus), nonché Salio Palatino.
Nel 103 Traiano lo inviò, come legatus Augusti pro pretore, a governare la Britannia. Infine, nel
129, durante il regno di Adriano, raggiunse il consolato ordinario, ma poco
dopo, mal visto dall’ imperatore, fu da questi spinto al suicidio(3) ,
* *
L. Neratius,
L. f., Vol(tinia), Priscus. (Saepinum. C. I. L. Vol. IX, 2454 e 2455; Not. Scav, 1926,p. 245.).
E’ il celebre giureconsulto, vissuto all’ epoca
dell’ imperatore Traiano che lo ebbe tanto caro da volerlo indicare come suo
successore(8) . Intorno all’ anno 80
d. C. era nella Germania Inferiore in qualità di tribuno militare (tribunus militum) della legio XXII Primigenia.(9)
Questo incarico preliminare gli permise di
percorrere tutta la carriera riservata ai figli di cavalieri romani (equites romani), perciò fu questore,
tribuno della plebe, pretore ed infine, nel 97, console (consul suffectus). Sul
finire del secolo ritornò in Germania in veste di legatus pro pretore per poi venir trasferito, nel 103, al governo
della Pannonia. Ritornato a Roma visse alla corte di Traiano e Adriano.
* *
Neratius
Priscus (Saepinum, C.I.L., IX, 2451).
Consul
suffectus in
anno ignoto. Sua figlia, Nerazia Marullina, aveva sposato C. Fufidio Attico
C. Fufidius
Atticus. (Saepinum, C.I.L., IX, 2450, 2451, 2452,
2453)
Ne abbiamo notizia da alcune iscrizioni di Saepinum,
dove compare con la moglie Neratia
Marullina. Fufidio Attico fu consul
suffectus in un anno ignoto del II secolo.
* *
L. Neratius,
C. f., Vol., Proculus. (Saepinum, C. I. L. IX,
2457).
Appartenne anch’ egli alla gens Neratia.(10)
Seguì la carriera senatoria e pertanto fu tribuno militare della legio VII Gemina, acquartierata in
Spagna verso il 125, e della legio VIII
Augusta accampata nella Germania Superiore. Attraverso la questura e l’
edilità plebea raggiunse la pretura al tempo di Adriano.
Forse lo stesso Adriano lo inviò poi in Siria
affidandogli il comando della legio XVI
Flavia (legatus leg. XVI Flaviae
Fidelis), mentre da Antonino Pio fu incaricato, forse nel 139, di creare
alcuni distaccamenti militari (vexillationes)
ai confini di quella stessa provincia, temendosi un attacco dei Parti. Tornato
a Roma fu tesoriere dell’ erario militare (praefectus
aerarii militaris) e poi consul
suffectus, molto probabilmente nel 145.
* *
Flavius
Severus. (Aufidena, oggi Alfedena, C. I. L. IX,
2803)
Importante cittadino di Aufidena vissuto tra il III ed il IV sec. d. C. La sua carriera
equestre, percorsa in tutti i suoi gradi, gli consentì di portare il titolo di vir perfectissimus, che si trova nell’
iscrizione posta sulla base sostenente la statua marmorea che gli Aufidenati
gli avevano eretto a perenne ricordo dei suoi meriti.
In una nuova lapide rinvenuta in Asia(11) egli stesso si qualifica governatore
del Ponto, [Fl(avius) Severus v(ir) p(erfectissimus) p(raeses) Diosp(onti)], carica rivestita nel 308 /
309, sotto gli imperatori Massimiano, Licinio, Massimino e Costantino, ai quali
innalza una statua con dedica.
* *
M. Salonius
Longinius Marcellus.(Terventum, oggi Trivento,
C. I. L., IX, 2592)
Clarissimus
vir, e come
tale personaggio di ordine senatorio, patrono dei Terventini, quaestor candidatus, legatus provinciae Africae, tribuno
della plebe, legato propretore della Mesia e tesoriere dell’ Erario di Saturno,
pr. pe (sic) aerarii Saturni.
* *
M. Granius, M. f., Kanus.(Allifae, Samnium, 1995, pag. 262)
E’ ricordato in un’ iscrizione immurata nel
campanile della cattedrale di Alife, venuta alla luce nel settembre del 1995.
Il personaggio, appartenente alla cospicua gens
Grania di Allifae, visse nella
prima metà del I sec. d.C., percorse la carriera senatoria e raggiunse la carica
di pretore. Fu in seguito proconsole in province di cui nella lapide non si fa
il nome.
* *
L. Pontius Allifanus.(Allifae, A. E. 1956, 187)
L’ Annèe Epigraphique del 1956, al n. 187, pubblica
il testo di un’ iscrizione onorifica, rinvenuta a Cipro, posta sotto la statua
di L. Ponzio Alifano, patrono di Pafo, capoluogo dell’ isola. Nella lapide,
oltre ad essere citati i dedicanti, e cioè gli amministratori e gli abitanti
della città, si precisa che il personaggio onorato è figlio dell’ omonimo
proconsole, L. Ponzio Alifano.
Di quest’ ultimo, che dovette governare Cipro sul
finire del regno di Nerone, non abbiamo, fino ad oggi, altre notizie, mentre
del figlio sappiamo che fu intimo di Plinio il Giovane, come risulta dalle
lettere che quest’ ultimo gli inviava ad Alife.(12)
* *
Cn. Pomponius, Cn. f., Saturninus. (Saepinum,
C. I. L., IX, 2460)
Cittadino di Sepino avviato alla carriera senatoria
della quale percorse i gradi di questore, tribuno della plebe e pretore. Il suo
nome completo ci viene da una sua iscrizione rinvenuta a Sepino nel 1982.(13)
* *
Q. Herennius Silvius Maximus. (Telesia, C. I. L., IX, 2213)
La carriera senatoria di questo illustre personaggio
di Telese, civis et patronus coloniae,
è tutta riportata sotto la statua che il Collegio dei Fabbri Tignarii gli
eressero nel III sec. d. C. Appartenne all’ ordine equestre e perciò inizio la
sua carriera al comando di uno squadrone di cavalieri romani, divenne poi
sacerdote pubblico e quindi tesoriere del Senato (quaestor urbanus). In seguito venne eletto pretore e poi, uscito di
carica, fu iuridicus per Calabriam,
Lucaniam, Brittios, cioè magistrato inviato dall’ imperatore a risolvere
particolari controversie in atto in comunità lontane da Roma. Terminò la sua
carriera al tempo di Caracalla (198 - 217) al comando delle legio II Italica (legatus legionis) che aveva la sua sede nel Norico, l’ odierna
Austria.
Appartenne alla gens
Herennia di Telesia, della quale
abbiamo un’ iscrizione databile al I sec. d. C.: M. Herennio, M. f., / Proculo, /coloni. / Remissa impensa.(14)
* *
Q. Tarronius, Q. f., Fab(ia),
Felix Dexter. (Allifae, C.I.L., IX 2339)
Personaggio di ordine senatorio (clarissimus vir) designato a rivestire
la carica di edile curule e come tale curare la preparazione e l’ effettuazione
dei cosiddetti ludi romani, che si
celebravano il 15 settembre di ogni anno.
L’ iscrizione alla tribù Fabia denota un’ origine
esterna alla colonia di Allifae, dove
peraltro dovette essere cittadino a pieno titolo.
* *
Q. E. G. L. L. Tarronius Pisoninus. (Allifae, C. I. L., IX, 2340)
Il nome di quest’ altro personaggio di ordine
senatorio ci viene da un’ epigrafe sepolcrale fatta incidere dal padre, anch’
egli vir clarissimus, al figlio
Pisonino, nobili genere natus, graecis ac
latinis litteris eruditus, morto a 18 anni, 10 mesi e 22 giorni.
* *
M. Granius, M. f., M. n., Cordus. (Allifae, C. I. L. IX, 2353)
Appartenente anch’ egli alla gens Grania e probabilmente contemporaneo e consanguineo di M.
Granius Kanus, percorse i primi
gradini della carriera equestre, riservata ai figli di cavalieri che avevano un
adeguato censo. Prevedeva il servizio militare in una legione, articolato nei
gradi di tribunus militum, praefectus equitum e praefectus fabrum, cariche tutte rivestite
da M. Granio Cordo, prima di far ritorno ad Alife. Qui intraprese la carriera
municipale raggiungendo la carica più prestigiosa, quella duoviro quinquennale
che tenne per tre volte.
Fu poi curator
aquae ducendae, cioè incaricato speciale per i lavori di derivazione delle
acque del Torano al fine di portarle a scorrere a poca distanza dalle mura di
Alife. La sua attività sia militare che municipale dovette svolgersi nei primi
decenni del I sec. d.C.
* *
L. Abullius
Dexter C. Utius, C. f., Tro(mentina) Celer. (Aesernia, C. I.
L., IX, 2655)
Fu curator
di due vie il cui nome non ci è stato conservato a causa della frattura della
lapide. Ebbe la prima nomina da Adriano, la seconda da Antonino Pio. Visse
sotto il regno di questi due imperatori.
* * * * *
Abbiamo poi i seguenti tribuni militari e prefetti:
1) M’ Betius, M’. f., Burianus. (Bovianum Undecimanorum, oggi Boiano C. I. L. IX, 2568). Tribunus militum e prefetto di cavalleria.
2) M.
Calidius, L. f., Tro., Balbinus. (Aesernia,
C. I. L., IX, 2645). Tribunus militum.
3) C. Ennius,
C. f., Vol., Marsus. (Saepinum,
Notizie dagli scavi di antichità, 1929, p. 219). Tribunus militum e prefetto di cavalleria.
4) L. Fannius,
C. f., Tro. (Aesernia, C. I. L.
IX, 2647). Tribunus militum.
5) C. Fufidius
...... (Terventum, C . I. L. IX,
2594). Prenome e nome ci vengono da iscrizione infranta dove si legge C. Fufidio ....... / tr(ibuno). mil(itum)
pr(...?). Aug.....Sappiamo quindi che Fufidio ebbe il tribunato militare, cui
seguì una carica che lo stesso Mommsen non comprende.
6) P.
Numisius, P. f., Vol., Ligus. (Saepinum,
A. E., 1959, 284). Tribunus militum nella
legio III Augusta che stanziava in Africa. Poi, per lungo tempo, fu praefectus fabrum. H. G. Pflaum avanza
l’ ipotesi che Numisius Ligus abbia
tenuto la prefettura dei fabbri alle dipendenze governatore della Mesia, C.
Poppeo Sabino, al tempo di Tiberio.
7) P. Septimius, P. f., Tro., Paterculus. (Aesernia, C. I. L., IX, 2649) Fu comandante (praefectus) della prima coorte Pannoniorum
in Britannia e poi prefetto di una coorte Hispanorum
in Cappadocia. Visse tra il regno di Traiano e quello di Adriano.
8) ... Sontius
[... f,] Ter., Cim[ber] (Allifae, Annuario 1968 dell’ Ass. Stor. del Sannio Alifano, pag.
89). Della carriera equestre di Cimbro resta soltanto il tribunato militare; le
altre cariche sono andate perdute nella la frattura dell’ iscrizione, i cui
caratteri sono riferibili al I sec. d. C.
9) ... Statius,
L. f., F...cilus. (Allifae, C. I.
L. IX, 2359). Tribunus militum.
10) ....... Tro.,
Maximus. (Aesernia, C.I.L. IX,
2648). Questo personaggio, di cui non conosciamo il gentilizio, fu sacerdote di
Augusto (flamen augustalis) praefectus fabrum e tribunus militum della legio
VI Gemella. Poiché questa non compare nelle innumerevoli citazioni
delle legioni del periodo imperiale, il De Ruggiero(15) avanza l’ ipotesi che sia stata
disciolta dopo la sua partecipazione alle guerre civili alle quali, quindi,
avrebbe preso parte anche il nostro Maximus.
Dalle notizie epigrafiche ci vengono anche i due
centurioni:
1) C. Antestius .... (Bovianum
Undecimanorum, C. I. L., IX, 2566).(16)
2) M. Munatio
..... (Bovianum Vetus, oggi Pietrabbondante, A. E. 1976, 179).
* * * * *
I soldati invece sono appena tre:
1) M. Aedius, M. f., Ter. (Allifae, A.
E. 1992, n. 1768), militante nella legio
III Augusta, arruolatosi a 29 anni e morto a 56 in Africa, a Rusicade, nella prima metà del I sec. d.
C. Le sue ossa furono poi trasportate ad Ammaedara,
quartiere generale della legione.
2) L. Caienus, Q. f., Vel(ina).
(Telesia, A. E., 1975, 203) Soldato della
legio VI Ferrata, accampata in Siria nel I sec. d. C.
3) P. Florius,
P. f., Vol., Praenestinus. (Terventum,
C.I.L., IX, 2593). Militò nella legione II Italica, stanziata nel Norico, a Lauriacum sul Danubio, dal 131 d.C. Il
nostro si trovava in un distaccamento della legione posto nella colonia Aurelia Antoniniana Obilaba.
Ottenne, quale beneficiarius tribuni,
delle concessioni particolari , retribuzione e gradi, dal tribuno dal quale dipendeva.
Morì a 23 anni.
* * * * *
Infine abbiamo tre militanti nelle coorti pretorie e
quattro nelle coorti urbane, tutte acquartierate a Roma.
1) L. Blaius
Sabinus, di Isernia, (C. I. L. IX, 2644), dell’ VIII coorte pretoria, morto
in epoca imprecisabile a 19 anni e 10 mesi.
2) M. Comini....,di
Bovianum Undecimanorum, (A. E. 1996,
478), della V coorte.
3) C. Tullius,
M. f., Vol., Celer, di Bovianum
Vetus, (C. I. L. IX, 2772), amministratore della cassa (curator fisci) della IX coorte.
4)Q. Torbius,
Q. f., Fal(erna ), Tertullinus ed Iractumeius Campanus, entrambi di Alife, (C. I. L., VI, 3884)
della VII coorte urbana. Anno 174 d. C.
5) L. Neratius
Iustus, di Sepino, (Not. Scav. 1926, pag. 247), della X coorte. Morì a 23
anni e 8 mesi, sul punto di entrare a far parte delle coorti pretorie.
6) Q. Nummius
Severus, di Telese, (C. I. L., IX, 2218). Manca il numero della coorte.
Morì a 25 anni.
Da SAMNIVM, aprile – giugno 2001, pag. 117
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(*) La Regio
IV, oggetto di queste note, è quella indicata dal C.I.L. IX, p. 203, entro
la quale si trovavano le colonie di Aesernia,
Allifae, Aufidena, Bovianum
Undecimanorum, Bovianum Vetus, Fagifulae, Saepinum, Telesia e Terventum.
(1) Dione Cassio, 51, 20.
(2) C. I. L. IX, 2642: C(aio) Nonio, C(ai) f(ilio),
M(arci) n(epoti). IIII vir(o) / quinq(uennali), M(arcus) Nonius Gallus / imp(erator), VII vir epul(onum), filius / posuit
(3) Generalmente i raccomandati dell’ imperatore
vengono definiti, sulle lapidi, come candidati
Caesaris; l’ unico caso dove esplicitamente si parla della commendatio è proprio quello di questa
iscrizione alifana.
(4) Aulo Plauzio fu consul suffectus nel 29 d. C., dal 6 luglio al 7 ottobre.
(5) Prosopographia imperii
romani, V., 3, n. 56
(6) Ibidem,
V. 3, n. 59
(7) Ibidem,
V, 3, n. 55
(3) S. H. A. , V.
Hadr., XV
(8) Ibidem, V. Hadr. IV
(9) A. E. 1969 / 70 n. 152. Prosop, V. 3, n. 57, dove la carriera di Nerazio Prisco è stata
ricostruita seguendo le indicazione del prof. G. Camodeca. Vedi anche V. A. Sirago, Il Samnium nel mondo antico, in Samnium 1990, p. 31.
(10) Prosop. V, 3, n. 63
(11) A. E., 1986, n. 641 b
(12)
Plinio, Epistularum libri. Le lettere
indirizzate a Ponzio Alifano sono la V, 14; la VI, 28 e la VII, 4. Vedi N.
MANCINI, Allifae, Piedimonte Matese,
1993, pag. 16.
(13) A. E. 1984, 368
(14) Associazione Storica del Medio Volturno, Annuario 1975, p. 144, Napoli,
Tipografia Laurenziana, 1975.
(15) DE RUGGIERO, Dizionario epigrafico, sotto
voce Gemella.
(16) Non trova posto in questa rassegna il
centurione della legio XI Claudia che
compare, nelle iscrizioni di Boiano, in una dedica all’ imperatore Vespasiano
(C. I. L. IX, 2564). Si tratta di un tal Marcello, (manca il gentilizio), che,
insieme ai soldati della sua legione, fu dedotto, proprio da Vespasiano, nella
colonia di Bovianum, che per la
presenza di questi veterani si aggiunse il titolo Undecimanorum.